L’inizio:
Tanto tempo dopo, successe……
In un lontano futuro, oltre l’orlo esterno dell’orbita di Saturno, l’equipaggio di un’astronave da battaglia, la “Proteus 2”, una nave della tipologia “Classe Primus”, deve portare a termine una delicata e segretissima missione per conto del “Presidente Supremo” della “Federazione Globale Solare”.
Detta anche “SGF”, è l’organismo che governa da oltre mille anni la promiscua popolazione di tutti i pianeti del primo Sistema solare. Sin da quando i terrestri furono quasi sterminati dal massiccio attacco di una temibile civiltà Extraterrestre, avvenuta oltre un millennio prima.
Civiltà che fu sconfitta grazie all’inatteso intervento di una poderosa flotta spaziale proveniente da Thurr, un piccolo pianeta oltre Plutone.
I “Thurriani”- così si chiamavano quelli di Thurr – decisero di difendere i terrestri dai “Saurons”-gli invasori perché sapevano che il loro destino era indissolubilmente legato alla sopravvivenza dell’uomo e del loro pianeta. Consapevoli di essere entrambi parte di un unico e fragile equilibrio, gli uomini del terzo pianeta, il pianeta blu, compresero immediatamente l’importanza di interagire completamente con questa nuova civiltà. Cementarono questa nuova amicizia unendosi in un’imponente alleanza galattica divenuta famosa come: “Alleanza forze interplanetarie”, prima, e con “S.G.F” poi.
Così, forti delle responsabilità da difendere nonché della straordinaria tecnologia a disposizione, combatterono fianco a fianco fino a sterminare la razza ostile, ottenendo una schiacciante vittoria durante l’ultima e decisiva battaglia su Ganimede, la terza luna di Giove. Il terzo, fra i satelliti regolari, come distanza dalla Terra.
Ma, ahimè, la civiltà dei Saurons sopravvisse al massiccio contrattacco, sebbene esiliata altrove.
Ma questa, è un’altra storia! La nostra storia, invece, inizia così………..
<…Velocità 2.7 Warp! In rapido avvicinamento all’obiettivo. Pronti ad azionare i motori Sub-luce, ad un suo ordine Signore> comunicò l’ufficiale di rotta Tadashy al Capitano Rey, comandante della nave.
<Tenente Tadashy, proceda pure. Regolare i Sub-luce sui 2/5 di spinta, ridurre potenza ai deflettori di prua e disattivare il Cosmo-sonar> ordinò, di rimando, il comandante Rey.
<Agli ordini Signore! Avviare manovre orbitali. Sottocapo Kowalsky, preparare operazioni di disimpegno. A tutto l’equipaggio, passare a livello “Rosso 4”>
<Eseguito tenente, pronti al decollo dello Skyler. Squadra 1, avete “Luce verde”>
<Roger, siamo operativi. Plancia, procedere con il distacco. Chiudo!>
Il vascello intergalattico “U.E.S.” Catlantis” era ancora là, dove era atterrata duemilacentonovantanove anni prima, sul margine esterno del cratere “Rivers”, sito nella regione polare meridionale di “Ludus”. Ludus, un piccolo pianeta senza vita posizionato fra Saturno e Nettuno. Una posizione troppo scomoda per essere rilevata dai radiotelescopi di prima generazione. Solo con l’introduzione del “Quantum Laser Eye” o Q.L.E (scoperto all’inizio della seconda era volgare),fu possibile rintracciarlo, insieme ad altri sistemi solari e galassie. Ma, sebbene privo di vita, Ludus si era rivelato una vera benedizione dal cielo. Ludus possedeva un’insolita caratteristica che lo rendeva unico. Un’immensa riserva di “Carbonio 60”, meglio conosciuto come “Fullerene”
Nell’atterraggio ed avvicinamento rilevammo, con il cosmosonar di bordo, che la Catlantis era ancora in ottima forma, nonostante l’alto strato di polvere che la ricopriva, dandole vagamente la forma a ferro di cavallo.
Lasciammo la nostra ammiraglia, la Proteus 2, in orbita geostazionaria sopra il cratere e ci recammo a poche decine di metri dall'antica astronave, utilizzando il dispositivo di “Dematerializzazione dinamico”.
Un caldo vento alzava una fitta polvere violacea che copriva il cielo di Ludus rendendo più duro il nostro breve tragitto verso l'ingresso della Catlantis.
Con un potente trapano ad ultrasuoni liberammo il portellone d’ingresso dalla crosta che lo ricopriva. E subito constatammo, con grande meraviglia, che era già parzialmente aperto e che all'interno la polvere aveva coperto tutte le pareti e il pavimento.
Una volta dentro chiudemmo subito l'ingresso con i comandi manuali. L'interno era completamente buio, così sistemammo nell'ambiente una decina di “Bio-torce” al “Tritio” sopra di noi, a circa due metri d'altezza.
Le batterie dell'astronave dovevano aver smesso di funzionare all'incirca ottocentocinquanta anni prima, trasformando la Catlantis in una tomba silente. La task-force di tecnici si mise subito al lavoro, ma ci sarebbero voluti dei giorni prima di renderla nuovamente operativa.
Mi diressi verso la camera attigua alla plancia di comando, e là , attorno ad un lungo tavolo centrale, li vidi per la prima volta. Quindici corpi perfettamente mummificati a causa dell'atmosfera a base di acido formaldeico del satellite. Alcuni seduti, altri appoggiati al tavolo e pochi supini intorno allo stesso. Sembrava dormissero. Solo uno era poco distante dal tavolo. Era in posizione eretta, e aveva una mano ancora appoggiata ad un mini pannello di controllo, con il dito indice destro proprio sul pulsante di apertura del portello d'ingresso.
Analizzando quella scena, conclusi che doveva essersi congelato istantaneamente. Nell'altra mano stringeva un foglio, molto antico a giudicare dall’aspetto; quasi una pergamena. Attivai una nuova bio-torcia e, con estrema delicatezza, riuscii a staccare il foglio dalle dita. Nonostante l’ordine tassativo di non toccare nulla prima dell'arrivo della seconda squadra. L’efficientissima squadra recupero.
Sul foglio c'era scritto qualcosa in un arcaico idioma terrestre, una lingua che non veniva parlata ormai da quasi duemila anni, durante i quali l'umanità era arrivata ad un passo dall'estinzione. Riuscii a fatica a decifrarne il senso. Più o meno recitava così:
“Prima fu il Secolo Buio, poi la Guerra delle Cento Lacrime ed infine il Morbo Nero.”
Molti fatti e documenti storici vennero dimenticati, persi o deliberatamente distrutti. Altri vennero nascosti e tramandati segretamente di padre in figlio. Ma era storia antica, adesso l'uomo aveva trovato il suo nuovo equilibrio ed il suo posto nel sistema solare.
Marte, Io ed Europa erano stati colonizzati in meno di duecento anni. Eravamo pronti per il grande passo verso i sistemi esterni. Pronti per raggiungere Vega e le Pleiadi.
Avvicinai la pergamena al lettore della tuta. Il computer tradusse lo scritto in linguaggio moderno. Il risultato della traduzione fu il seguente:
"Si, sono stato io a ucciderli. Quattordici compagni di viaggio, quattordici amici.” E poi proseguiva così:
“Non hanno sofferto. Hanno inalato una miscela di aria nella quale aggiungevo lentamente, ma inesorabilmente, monossido di carbonio. Forse l'unica a capire cosa stava accadendo, è stata la dottoressa Claudine. Quando mi sono affacciato alla finestra che li separava dal corridoio centrale della Magellano mi ha visto. Era immobile.
Seduta in maniera scomposta davanti al lungo tavolo in alluminio della sala Briefing. Sicuramente era priva di forze. A stento riusciva a tenere aperti gli occhi che si aprivano e si chiudevano sempre più lentamente. Mentre mi guardava le ho letto sulle labbra la parola "perché" prima che li chiudesse, per sempre.
Se sono dispiaciuto per quello che ho fatto? Sarei bruciato per l'eternità all'inferno, piuttosto , se avessi avuto scelta.
Sono pentito per quello che ho fatto? No. Lo rifarei mille volte. Ma non cerco pietà ne compassione.”
“L'umanità penserà ad un fatale guasto nella strumentazione di bordo. Nessuno permetterà di spendere trilioni di Crediti per un'altra astronave come la Catlantis. Passeranno forse centinaia di anni prima che un'altra spedizione possa arrivare dove siamo arrivati noi. Dove sono rimasto, solo, con la mia coscienza.
Lascio questo scritto per le generazioni future sperando che possano decidere....si decidere...saggiamente. Non so se questa lettera verrà mai letta e se chi la leggerà saprà già tutta la storia, ma voglio spendere qualche parola per spiegare la Verità.”
Girai il foglio per decifrarne il resto sul retro del foglio. Dopo quasi un’ora ne compresi appieno il senso. L’uomo continuava così la sua narrazione:
“Il mio nome è Richard Kimble. Sono l’Ammiraglio della più moderna nave spaziale mai costruita dall'uomo. La Catlantis, una potentissima corazzata dall’ enorme potenza di fuoco. Tutta la Federazione Solare ha contribuito alla sua costruzione, durata oltre sessant'anni ed al costo di immani sacrifici.
Siamo partiti alla volta di Ludus il 21 giugno del 2675, ma tutto ebbe inizio segretamente quasi cento anni prima, quando la sonda Explorer 2 lasciò il nostro pianeta dalla base LVM, a bordo di un razzo; l’SD-FX.”
“Il 25 agosto del 2690 la sonda superò Saturno e scoprì sei nuovi satelliti fra i quali spiccò, per le sue strane caratteristiche da "pianeta", Ludus. La Explorer 2 passò a soli venticinquemila km dalla superficie del satellite, prima di registrare un’ avaria e scomparire dai nostri sistemi radar.”
Il messaggio proseguiva sorprendendomi ulteriormente:
“Fu allora che Il Segnale venne captato per la prima volta. Aveva inequivocabilmente origine artificiale. Si ripeteva come un radiofaro ogni 3,14159 secondi, il famoso P-Greco. Rappresentava, in codice binario, lo schema di Bohr dell'atomo di idrogeno. Praticamente era come se dicesse "hey...noi siamo qua, se ci sentite, venite a trovarci." La cosa strana era che quel segnale misterioso non poteva essere captato dalla Terra. Bisognava essere vicini a Ludus per rilevarlo. Fu per questo che venne deciso di pianificare la Missione.
“Un equipe mista formata da: quindici fra le migliori menti dei pianeti di tutto il sistema solare ed una coppia di “Biodroidi” e per dote un’astronave a propulsione elettromagnetica, che sfruttava le energie trasmesse dalle Pulsar e frutto delle più avanzate tecnologie. Tutte le altre missioni vennero messe in secondo piano.”
In quel momento decisi di sospendere la lettura. Avevo bisogno di digerire quelle informazioni e riferirle, con opportuna revisione, al resto della mia squadra. Non avrebbero mai accettato una versione riveduta e corretta da parte dell’Alto Comando Stellare. Loro volevano notizie di prima mano, non la solita versione ufficiale.
Basta, terminata la condivisione dei fatti, ripresi la traduzione. Non prima però, di concedermi due morsi alle originali barrette energetiche in dotazione alle truppe speciali. I fatti proseguivano così:
“Le missioni sulla Luna e su Marte, vennero abbandonate e tutti gli sforzi si concentrarono su Ludus. Dopo i primi decenni di studi in gran segreto, la cosa divenne di dominio pubblico, ma ci vollero comunque più di ottant'anni prima che la Catlantis venisse ultimata, resa pienamente operativa e varata, a causa dell'immensa spesa che il progetto comportava.
Subimmo i più rigorosi test fisici e psicologici, per quella che veniva giustamente considerata la più grande avventura dell'umanità, ma anche la più rischiosa. Ovvero: radiazioni cosmiche, assenza di gravità, decalcificazione ossea, micrometeoriti, erano solo alcuni dei mortali pericoli ai quali andavamo incontro.
Ma con grande gioia e sollievo di tutti, riuscimmo a raggiungere Ludus e ad atterrare incolumi sulla sua superficie. Il Sole era poco più di un puntino nel cielo, ma in compenso Nettuno riempiva quasi completamente l'orizzonte regalandoci uno scenario di indescrivibile bellezza.”
“Raggiungemmo una postazione a non più di due chilometri dal punto da cui partiva il Segnale. Tre di noi, me compreso, salirono sulla Lancia Mobile, la “Cosmos 2”, un veicolo a 6 ruote coperto, per raggiungere il Sito.
Dopo aver passato una stretta gola raggiungemmo uno spiazzo di circa quattrocento metri quadrati, racchiuso da altissime pareti di roccia. Nel centro, con gran stupore di tutti, c'era una casa. O almeno sembrava una casa; del tipo che i bambini disegnano fin da piccoli. In pratica era un cubo di circa cinque metri di lato con un tetto piramidale, sulla cui facciata compariva una porta alta non più di due metri e sulla sua destra quella che poteva sembrare una finestrella.”
A quel punto la lettura divenne complicata, a causa del logorio del foglio antico.
Ma grazie a Terrence, il nostro eccellente chimico di bordo, con un complesso procedimento chimico teso a magnificare tutti i tipi di inchiostro inorganici, fu possibile completare la traduzione.
Terminato il procedimento chimico ripresi la conta dei fatti:
“Arrivammo a una decina di metri di distanza, dopodiché scesi solo io dalla Lancia e mi avvicinai all'artefatto. Le pareti erano di un grigio opaco e sembravano assorbire i tenui raggi del Sole.
La porta aveva un aspetto metallico chiaro, così come quella che a prima vista mi era sembrata una finestra, ma che in realtà si rivelò essere una placca di uno strano metallo violaceo con un foro nel mezzo. Mi girai verso i compagni che seguivano la scena dalla Lancia, poi avvicinai lo sguardo al buco.”
“Un lampo di luce mi fece immediatamente ritrarre, ma la porta della strana costruzione si aprì al mio fianco.
Il cuore mi batteva nel petto, come se volesse uscirne ad ogni costo. Ma la curiosità era più forte della paura, cosicché entrai timoroso all'interno dell'artefatto alieno.
Dopo che la porta si fu chiusa alle mie spalle, una tenue luce biancastra diffusa dal pavimento e dalle pareti illuminò la stanza in cui ero entrato.
Era un corto corridoio, all'incirca lungo quattro metri, sul cui fondo c'era una parete grigia dello stesso materiale visto all'esterno,ma al cui centro spiccava, inconfondibile, un'impronta in bassorilievo di una mano sinistra umana. Il corridoio era stretto, mi sfiorava le spalle a non più di cinque centimetri per parte, cosi come il soffitto alto all'incirca due metri e venti.
Cominciai a sudare e a iperventilare, ma subito una strana sensazione di calma e di rilassamento cominciò a diffondersi nelle mie membra, forse indotta artificialmente dai Costruttori.”
“Al centro del corridoio, fra la porta chiusa e la parete con l'impronta, c'era quello che a prima vista sembrava un muro di luce bluastra. Allungai il braccio destro attraverso quella strana parete, e vidi con incredibile meraviglia, ma senza timore alcuno, che al di là della luce, la mia tuta scompariva lasciando il posto al mio braccio nudo. Ritrassi lentamente l'arto ,e la mia tuta era di nuovo dove doveva essere. Ero estasiato da quello che vedevo. Trattenni il fiato e passai fiducioso, o incosciente, al di là del muro di luce. Ora ero completamente nudo. Provai a respirare, già sapendo che quei meravigliosi architetti avrebbero pensato a fornirmi della giusta atmosfera respirabile. Era come se conoscessero la razza umana, e anzi la stessero aspettando da milioni di anni. Mi avvicinai all'impronta e vi appoggiai la mano sinistra lentamente. Strane parole in un linguaggio sconosciuto e gutturale cominciarono a formarsi dentro la mia testa, ma dopo alcuni secondi il linguaggio alieno divenne comprensibile e le parole assunsero il loro apocalittico significato.”
Le parole, attivate dal dispositivo azionato dalla mia mano sinistra, che cominciavo a sentire dicevano:
<Siete tornati infine, dopo quindicimila dei vostri anni. Se siete qua è perché avete raggiunto uno stadio di evoluzione tale da permettervi nuovamente il volo spaziale. Sappiamo bene quale è la vostra sete di conoscenza e la vostra bramosia di conquista.>
e poi, in modo ancora più inquietante, le rivelazioni proseguivano….
<In fondo, vi abbiamo creato Noi con queste caratteristiche innate nella vostra specie. Vi moltiplicate esponenzialmente cercando confini sempre più vasti, consumando risorse planetarie in pochissimo tempo. Siete un'arma batteriologica, un virus rinchiuso all'interno di confini ben stabiliti. Ma non è ancora venuto il momento di usarvi.
I nostri nemici stanno retrocedendo all'interno del vostro Braccio della Spirale. Quando sarà il momento vi lasceremo liberi di annientarli completamente. Sarà un processo lungo, inevitabile e la nostra sola speranza di vittoria totale.
Ma quel momento non è ancora giunto. Sappi che hai ora una grande responsabilità.
Qualora rilevassimo una vostra prematura uscita dal sistema nel quale siete relegati, non avremmo altra scelta che riportarvi ad uno stadio evolutivo inferiore. Puoi bene immaginare che avremmo le capacità tecnologiche per farlo.
Ci avete già provato in passato e forse avete scoperto qualche vestigia dei vostri antenati nonostante la nostra cura nel distruggere qualsiasi manufatto. Preferiremmo mantenervi in questo stadio evolutivo, ma non metteteci alla prova.
Non dire a nessuno quello che sai. Ti ripeto che è già successo, molte volte.
Noi vi abbiamo creato e Noi possiamo distruggervi.>
<Non vi verrà concesso di lasciare l'orbita di questo satellite, ma potrete comunicare con il vostro pianeta. Quello che comunicherai deciderà le sorti della vostra specie.>
“In quel preciso istatne ritrassi violentemente la mano dal pannello come se avesse raggiunto una temperatura insopportabile. Sapevo dentro di me che tutto quello che mi era stato riferito era la Verità.
Tremante, feci qualche passo indietro senza nemmeno rendermi conto che la tuta si rimaterializzava sul mio corpo nudo. Toccai con le spalle la porta di ingresso che si aprì di scatto facendomi cadere per terra ancora frastornato.
Il protocollo di sicurezza prevedeva che in caso di pericolo ci ritirassimo subito all'interno della Catlantis.
E così venne fatto. Fui caricato in stato di shock sulla Lancia e rimasi sotto osservazione per diverse ore, durante le quali non feci altro che pensare alla mia famiglia. Dove era mio figlio ora? Dove era la mia splendida moglie? Piansi a lungo. I miei occhi erano ancora arrossati quando chiamai l'ufficiale Bab-El-Ahdin per riferirgli di riunire tutti nella sala Briefing. Avevo qualcosa da comunicare, gli dissi.. Avevo preso una decisione. Una decisione che già conoscete. Trasmetterò un messaggio sulla Terra in modo che pensino ad un guasto mortale sulla nave.
Ho detto che non cerco pietà né compassione, ma forse ora, in questi ultimi istanti di vita, cerco il perdono. Spero di avere preso la giusta decisione. Perdonatemi."
Per fortuna, durante la lettura, il resto della squadra era nella sala attigua e nessuno aveva ascoltato la mia traduzione né aveva visto quello che stavo per fare. Per cui, dopo aver letto la lettera, regolai la torcia sulla media potenza e bruciai il messaggio. Tornai nella sala principale insieme agli altri. Li informai dei corpi trovati nella sala Briefing, ma non dissi niente del resto. Se quello che c'era scritto sulla lettera era vero, le stelle erano ora a portata di mano.
Non erano stati rilevati messaggi artificiali su Ludus. Eravamo su questo satellite perché...
<Comandante> era Connors, il secondo ufficiale <la squadra due è arrivata, aspettiamo sue istruzioni>
<Riferite che preparino l'Arkam per riportare sulla Terra questo vecchio relitto e...hey Connors, abbiamo fatto un buon lavoro.>
<Si Comandante, se non fosse stato per lei, probabilmente non saremmo mai riusciti a trovarla>
Ma quelle parole mi fecero comprendere 2 cose. La prima: mi mancava mia moglie, il suo corpo, la nostra intimità. E, certo mi mancava tanto anche la prole. Ma più di tutte, fu una la cosa che compresi davvero, ovvero:
la nostra vera Missione era appena iniziata.
Note: This is free fan fiction made just for passion and fun.
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