Creatività: cos'è realmente? Creativity, what really?

Creatività, una bella parola. Ma cosa si vuol intendere?

Be', naturalmente ognuno ha la sua legittima opinione; io proverò ad illustrare la mia. Creatività” potrebbe essere la capacità di vedere il mondo come non è! Allora è lecito chiedersi anche: ma è un dono innato solo da invidiare a “prescelti” oppure una capacità che si può acquisire e migliorare durante la vita? Creatività potrebbe anche essere unire elementi già esistenti con “connessioni” nuove; che siano utili. La novità e l’utilità sono concetti imprescindibili. Ma essere creativi potrebbe significare anche rompere le regole esistenti per crearne delle altre migliori, destabilizzanti. Ciò potrebbe rappresentare un rischio ovvero: un uomo che ha un’idea nuova può risultare uno svitato. Ma sarebbe uno svitato con “scadenza certa”; cioè finché novità non ha successo. In quel caso diverrebbe un genio creativo.
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Well, of course everyone has their own legitimate opinion, and I'll try to illustrate mine: "Creativity "might be the ability to see the world as it is!
So it is questionable as well: it is an innate gift only as good at "selected" or a skill that you can acquire and improve during the life? Creativity may also be to combine existing elements with "connections" new, they are useful. The novelty and utility are essential concepts.
But be creative could mean breaking the existing rules to create the other best destabilizing. This could pose a risk or a man who has a new idea may be a nut. But it would be loosened with a "certain date", that is until the novelty has not happened. In that case it would become a creative genius.


Monday, July 29, 2013

«Italia, paese di santi, cuochi e viaggiatori» Non certo di grandi lettori

Ma quanto “tira” da noi il libro?



Se volessimo investire sulla “carta stampata”, se volessimo avviare un'attività, in qualche modo collaterale all'editoria, chessò: una bella libreria... su quali numeri potremmo basare la nostra valutazione? Sarebbe più un inutile rischio ovvero un'opportunità?

Secondo l’ultimo rapporto dell’Istat, nel 2012, oltre 26 milioni di persone dichiarano di aver letto almeno un libro nell’ultimo anno. Si tratta del 46 per cento degli intervistati, una percentuale simile al rapporto dell’anno precedente.
Le donne leggono di più degli uomini: il 51,9 per cento della popolazione femminile nel corso dell’anno ha letto almeno un libro rispetto al 39,7 per cento di quella maschile. Questa differenza nelle abitudini di lettura tra maschi e femmine si comincia a manifestare già a partire dagli 11 anni. La fascia di età nella quale si legge di più è quella tra gli 11 e i 14 anni.
I lettori più assidui sono al nord e al centro, nel sud e nelle isole, invece, i lettori scendono al 34,2 per cento della popolazione.
In Italia una famiglia su dieci non ha libri in casa e il 63,6 per cento ne ha al massimo cento. Il 46 per cento dei lettori ha letto al massimo tre libri in un anno, mentre solo il 14 per cento della popolazione ha letto più di 12 libri in un anno.

Ebbene, a conti fatti, con questi numeri, diventa molto difficile fare una scelta. A mio modesto parere, fatta eccezione per poche virtuose “piazze”, la scelta di investire su un'offerta di servizi legata alla lettura, comporterebbe rischi elevati e con ricavi troppo suscettibili dell'attuale situazione socio economica. E se invece si trattasse di una libreria leggera? Magari... di una libreria virtuale?

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